
Succede sempre all’improvviso. Un attimo di distrazione è più che sufficiente: il bicchiere che si rovescia sulla scrivania, il telefono che scivola nel lavandino, la borraccia che perde in borsa. E lui, il tuo smartphone, era lì. Indifeso.
Se in questo momento lo stai fissando con la stessa espressione che si riserva quando si guarda un guaio già fatto… sei in buona compagnia. Capita praticamente a tutti.
La questione, però, è questa: l’acqua (e gli altri liquidi) e l’elettronica non vanno d’accordo. Neanche un po’. E il problema non è tanto “si è bagnato”. È cosa succede dopo.
La buona notizia? Se si interviene nel modo giusto e subito, è possibile ridurre in modo significativo il rischio di danni permanenti. La cattiva notizia è che i rimedi “popolari” (come mettere il telefono nel riso) non solo sono inutili, ma a volte peggiorano la situazione.
In questa guida vedremo esattamente cosa fare e cosa NON fare nei primi minuti dopo il contatto con l’acqua o altri liquidi.
Perché l’acqua fa così tanti danni (anche a quelli “resistenti”)?
Dentro ogni smartphone c’è una mini-città. Strade, collegamenti, sensori, contatti minuscoli, metalli delicati. L’acqua, quando entra, non fa solo “bagnato”. Può creare corti, ma soprattutto inizia un processo di corrosione.
Il bello (si fa per dire) è che a volte non si vede subito. Magari ora funziona.
E tu pensi:
“Ok dai, me la sono cavata.”
Poi, qualche giorno dopo:
- la fotocamera si appanna
- il microfono gracchia
- la batteria dura mezz’ora
- lo schermo fa rave party
Non è un caso. È la corrosione che ha iniziato a festeggiare là dentro. Non serve necessariamente una grande quantità di liquido: a volte basta umidità, condensa o anche pioggerella se il dispositivo non è certificato con protezione IP elevata.
Cosa fare SUBITO (la missione di salvataggio)
Allora: niente panico, niente gridolini interiori, niente “oddio è finita”. Si può fare. Ma bisogna muoversi bene.
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Spegnilo. Proprio ora.
Se è acceso, spegnilo immediatamente. Non “aspetta un attimo”, non “vediamo se funziona ancora”. L’acqua e l’elettricità insieme sono come mettere due ex nella stessa stanza a Capodanno: succedono cose brutte.
Se invece il dispositivo si era già spento da solo: NON riaccenderlo per fare la “prova del nove”. Resisti alla tentazione. È la tentazione che rovina tutto (in amore e negli smartphone).
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Togli cover, SIM & amici vari
Via la cover, via il cavo, via le cuffie, via la SIM e la eventuale SD. Più roba togli, più dai spazio all’umidità per andarsene e non fare la collezionista di circuiti.
Questo favorisce l’uscita dell’umidità e impedisce ulteriori danni. Inoltre, lasciando la SIM nel dispositivo, si rischia di compromettere anche la sua funzionalità.
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Asciuga l’esterno (non cuocerlo)
Tampona con un panno morbido, come se stessi asciugando qualcosa di prezioso. Perché lo è. NO asciugacapelli, NO termosifoni, NO stufe. Il calore non asciuga, il calore cuoce. E il tuo telefono non è un raviolo al vapore.
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Appoggialo inclinato
Niente shake, niente scrollate, niente shaker martini. Se lo scuoti, l’acqua va dove non dovrebbe. Meglio metterlo inclinato: la gravità fa il resto (quando non fa scherzi, può essere molto utile).
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Lascialo respirare
Mettilo in un posto asciutto e ventilato, tipo vicino a una finestra o in una stanza ariosa. Non sopra il termosifone, non sul davanzale al sole di agosto, non nella scatola dei ricordi.
Stiamo asciugando un device, non abbronzandoci come una lucertola.
Cosa evitare assolutamente
Quando il tuo dispositivo entra in contatto con liquidi, ci sono alcune azioni che devi assolutamente evitare per non peggiorare la situazione. Il calore è il nemico numero due. Subito dopo l’acqua. Hanno un’alleanza di vecchia data. Inoltre, non mettere il dispositivo nel forno. Questo metodo, simile a mettere un telefono in una sauna, può causare danni irreparabili a causa delle alte temperature. Le componenti elettroniche non sono progettate per resistere a tali condizioni estreme.
E no, il riso non è un rimedio. Lo sappiamo, lo sappiamo: il riso è diventato un mito culturale. “Mettilo nel riso, assorbe l’umidità!” Peccato che l’umidità che serve togliere è dentro, attaccata ai contatti. E il riso quella roba lì non la tocca. In compenso lascia polvere e micro residui. Quindi doppio regalo.
Se ti consola, non è colpa tua: lo hanno detto in TV negli anni 2000 e da lì non ce lo siamo più tolti.
Non agitare il dispositivo e non soffiare nei fori, il movimento può distribuire l’acqua verso parti più delicate.
Ricorda che, anche se all’esterno il dispositivo appare asciutto, all’interno può esserci ancora umidità. La prudenza in questa fase può davvero fare la differenza.
Il tempo è fondamentale
La corrosione interna non aspetta. Parte nelle ore successive. E anche se il telefono si accende… la festa continua sotto la scocca: i danni possono emergere anche dopo giorni o settimane (fotocamera che appanna, tasti che non rispondono, batteria che si scarica velocemente).
Per questo, l’unico vero modo di salvarlo è aprirlo e trattare la scheda interna. E qui entra in scena chi lo fa di mestiere.
Quando è fondamentale rivolgersi subito a un tecnico?
Ci sono casi in cui il fai-da-te è eroico. E casi in cui il fai-da-te è… come provare a riparare un razzo con il nastro adesivo. Indovina un po’ in quale categoria rientra il tuo smartphone bagnato? Ecco quando è il momento di passare la palla ai professionisti (cioè noi):
È finito in mare o acqua salata
Il sale non perdona. Corrode, si infila ovunque, e lavora veloce. È come l’antagonista dei film: non aspetta che tu ti organizzi.
È caduto in bevande zuccherate (caffè, succhi, bibite, vino, ecc.)
Zucchero + elettronica = catastrofe appiccicosa. Quello che rimane dopo non è “solo un po’ umido”. È tipo caramello liquido dentro ai circuiti.
Sta iniziando a comportarsi in modo strano
Se noti cose del genere:
- Lo schermo sembra avere una vita emotiva propria (lampeggia, si oscura, fa rave)
- La batteria scalda come un termosifone d’inverno
- L’audio suona “come da sott’acqua” (ah, aspetta…)
- La fotocamera è improvvisamente nebbiosa, tipo Bruges a novembre
- Senti odori strani… ecco, spegnilo subito e scappiamo insieme
Questi non sono “piccoli segnali”. Questi sono l’equivalente elettronico di: EHI! Ho bisogno di aiuto!
Cosa facciamo noi di Fixxy (spoiler: niente magie, solo competenza)
Quando arriva un dispositivo bagnato in Fixxy, non lo guardiamo con aria severa tipo “ma come hai fatto?”. Siamo umani anche noi. E sì, i tecnici ci sono passati anche personalmente.
La procedura è questa:
- si apre il dispositivo con gli strumenti giusti (quindi senza staccare tutto accidentalmente)
- si scollega la batteria, che è la prima a soffrire
- si studia lo stato della corrosione con microscopio
- si lava la scheda con soluzioni tecniche che rimuovono sale, zuccheri o residui vari
- se serve, entra in gioco la vasca a ultrasuoni
- si asciuga a temperatura controllata (non stile barbecue)
- si testano tutte le funzioni
- e si cambia solo ciò che è davvero compromesso
L’obiettivo non è “farlo ripartire a caso”. È fermare la corrosione e farlo tornare affidabile.
Ogni minuto può fare la differenza tra un dispositivo salvato e uno da sostituire. Non aspettare che il problema peggiori: l’umidità interna può causare danni anche a distanza di giorni.
Fixxy è il tuo alleato per la riparazione professionale di smartphone, tablet e computer. Opera con tecnici certificati e utilizza strumenti e procedure avanzate per interventi di alta precisione, inclusi i trattamenti contro i danni da liquidi. L’obiettivo è prolungare la vita dei dispositivi, evitando costi di sostituzione e riducendo l’impatto ambientale.
In altre parole: Fixxy ti aiuta a far funzionare di nuovo ciò che per altri sarebbe da buttare.
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